La convocazione delle assemblee di condominio in remoto
L’acuirsi dei contagi ripropone senz’altro il tema della utilità di convocare le assemblee in remoto. Possibilità introdotta gioco-forza da pochissimo dal legislatore, per rispondere alle impellenti richieste del settore. Ciò, riformando l’articolo 66 delle disposizione attuative del codice civile.
Lo strumento della modalità remota è quindi stato introdotto nel nostro ordinamento. Ma come sempre si evidenziano ampie zone di incertezza, soprattutto sulle esatte formalità da seguire. La ragione di fondo è quella di evitare da la inoppugnabile validità.
Secondo l’esperienza diretta si può attestare che lo svolgimento in remoto consente una migliore e più efficace considerazione verso l’amministratore. La moderna metodologia favorisce l’instaurarsi di un clima più disteso e concentrato. Ma anche una migliore gestione complessiva degli interventi da parte di tutti i partecipanti e un efficace e più sereno confronto tra io condòmini. In pratica vengono eliminati tutti i disagi dello spostamento fisico presso la sede dell’assemblea offrendo quindi una maggiore possibilità di partecipazione, con possibilità di condividere documenti multimediali.
In rete sono già disponibili eccellenti strumenti per le assemblee in remoto, alcuni addirittura gratuiti, che consentono la presenza anche di oltre 100 partecipanti.
Purtroppo permangono irrisolti alcuni aspetti legati soprattutto al diritto di partecipazione, alla privacy, alla verbalizzazione della discussione, ecc. che però non sono tali da limitare questa nuova modalità alle sole situazioni di emergenza.
Nella seconda parte di questo articolo, suggeriremo alcuni protocolli per la partecipazione attiva e consapevole, con alcuni suggerimenti per condurre l’assemblea e gestire le formalità (la registrazione dei partecipanti, la gestione degli interventi, l’uscita dalla assemblea, la compilazione e sottoscrizione del verbale, i commenti, gli interventi, ecc) – Prima Parte (Luca Provenzi)