Molto spesso i rapporti tra amministratore di condominio e condomini non sono idilliaci, in ogni caso non è possibile superare il limite del normale dibattito quotidiano.
La Corte di Cassazione con sentenza n. 19702 del 2019 ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condomino, il quale è stato condannato per il reato di minaccia aggravata in danno dell’amministratore del condominio.
Il reato di minaccia
La Corte di Cassazione ha ricordato che la minaccia “consiste nella prospettazione di un male futuro, il cui avverarsi dipende dalla volontà dell’agente, richiedendosi l’idoneità della stessa a turbare psicologicamente la persona offesa, in altre parole, a intimidirla“. Tale idoneità va determinata tenendo conto di tutte le circostanze del caso concreto.
La fattispecie
L’imputato urlava contro l’amministratore che era un ladro e la doveva pagare. Con le espressioni utilizzate la Corte d’Appello riconosceva la sussistenza dell’elemento oggettivo del reato di minaccia.
Il contesto di riferimento, inoltre, in quel preciso momento non era corredato da animosità tali da poter fare da sfondo a uno scambio di parole “la cui valenza intimidatoria poteva essere esclusa dalla partecipazione della persona offesa alla contesa”.
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